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L'impatto degli acidi grassi sulle capacità di lettura e scrittura

Uno studio del Medea, pubblicato su Biomedicines, indaga la relazione tra livelli di acidi grassi nel sangue, funzione cerebrale e apprendimento nei bambini.

Gli acidi grassi polinsaturi a catena lunga influenzano l'apprendimento di lettura e scrittura attraverso il potenziamento dell'elaborazione uditivo-fonologica.

È quanto emerge da uno studio dell’IRCCS Eugenio Medea - La Nostra Famiglia pubblicato su Biomedicines e sostenuto da SFI Health™.

Gli acidi grassi polinsaturi a catena lunga svolgono un ruolo essenziale nell'attività microgliale, nella regolazione neuroinfiammatoria e nella plasticità sinaptica, processi cruciali per l'apprendimento. Precedenti ricerche hanno dimostrato che gli individui con dislessia tendono ad avere livelli più bassi di questi acidi grassi nel sangue e questa carenza è stata associata a prestazioni di lettura e scrittura più lente e meno accurate.

Ma quali sistemi neurocognitivi mediano la relazione tra i livelli di acidi grassi polinsaturi a catena lunga (del tipo omega-3) e le capacità di alfabetizzazione nei bambini in età scolare?

I ricercatori hanno sottoposto ad un’ampia valutazione neuropsicologica settantaquattro bambini con capacità di lettura e scrittura nella norma o sotto la norma (dislessia), prendendo in esame l'elaborazione uditiva e visiva, la consapevolezza fonologica, l'attenzione e le funzioni esecutive.

Lo studio ha rilevato che i livelli di omega-3 erano significativamente correlati alle capacità di lettura e scrittura dei bambini e a tre fattori neuropsicologici chiave: elaborazione uditiva-fonologica, elaborazione visiva-percettiva ed elaborazione visiva-attentiva, ma solo il primo fattore ha per ora mostrato una funzione di mediazione tra i dati biochimici e le prestazioni ai test scolastici.

"Questi risultati forniscono nuove informazioni su come gli omega-3 influenzino lo sviluppo della lettura e della scrittura attraverso la loro azione su specifici processi neurocognitivi, in particolare sui meccanismi uditivo-fonologici”, commenta Maria Luisa Lorusso, neuropsicologa Infantile presso l’IRCCS Medea responsabile dello studio: “siamo grati a SFI Health™ per il supporto fornito in questa ricerca".

Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per confermare se un aumento dell'assunzione di omega-3 possa migliorare direttamente le capacità di lettura e scrittura, questo studio fornisce una base preziosa per futuri lavori sui collegamenti tra dieta, funzione cerebrale e apprendimento.

Omega-3 LCPUFAs (Long-Chain Polyunsaturated Fatty Acids) and Reading: The Mediating Role of Auditory Processing and the Interactions Among PUFAs

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