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Sordità: aspetti riabilitativi, educativi e linguistici

Guest editor: Franco Fabbro

Sordità infantile. Aspetti epidemiologici ed eziologici
D. Soi – D. Brambilla

La sordità è il più comune deficit sensoriale del bambino e la ipoacusia neurosensoriale è la più comune forma di deficit uditivo congenito. La sordità infantile rappresenta quindi un grosso problema sia da un punto di vista epidemiologico sia da un punto di vista umano se si considerano le difficoltà di inserimento sociale, scolastico e lavorativo che le persone ipoacusiche incontrano nel corso della vita. Circa un bambino ogni 1000 nati è affetto da sordità profonda e uno ogni 300 nati presenta una sordità di diversa gravità.
Gli Autori effettuano una revisione della letteratura al fine di offrire un inquadramento omogeneo dei numerosi dati epidemiologici ed eziologici; propongono, inoltre, una nuova classificazione delle ipoacusie infantili considerando sia l’epoca di insorgenza che gli aspetti eziologici.


Sviluppo del linguaggio in bambini sordi trattati con il metodo orale
A. Bigoni – B. Piccolo – A. Tavano – A. L. Csillaghy – F. Fabbro

11 soggetti con sordità grave o profonda (9 con sordità pre-linguale e 2 con sordità post-linguale), di età compresa tra i 7 e i 17 anni, con intelligenza non verbale normale, figli di genitori udenti e trattati con modalità di riabilitazione orale (metodo verbo-tonale; Zatelli 1980) sono stati sottoposti ad una valutazione sistematica dello sviluppo del linguaggio orale e scritto. Soltanto i due soggetti con sordità post-linguale presentavano uno sviluppo degli aspetti lessicali e grammaticali nella norma. Tutti i soggetti con sordità pre-linguale presentavano invece uno sviluppo grammaticale deficitario; i soggetti con sordità profonda presentavano anche un deficit nello sviluppo lessicale. I deficit dello sviluppo lessicale e grammaticale sono stati interpretati come effetto di una stimolazione linguistica che non rispetta i tempi e le modalità tipiche dei normoudenti. Le difficoltà di sviluppo grammaticale potrebbero inoltre dipendere anche da una selettiva compromissione di alcune componenti del sistema neurofunzionale del linguaggio legate all’evento patologico che ha causato la sordità.


Indicazioni e caratteristiche dell’impianto cocleare
S. Burdo – M. De Simone – E. Cristofari – M. F. Attardo – R. Moalli

In questo articolo viene fornita una presentazione di carattere generale della tecnica di impianto cocleare, che attualmente costituisce la soluzione più all’avanguardia per la riabilitazione della sordità, soprattutto di quella pediatrica. Vengono inoltre confrontate le caratteristiche delle due principali “scuole di pensiero” della riabilitazione della sordità in età evolutiva.


La riabilitazione del bambino ipoacusico con impianto cocleare: descrizione di un caso
M. G. De Iaco – L. Guerzoni – A. Trabacca

In questo lavoro descriviamo la nostra esperienza nella riabilitazione del bambino ipoacusico con impianto cocleare partendo da un caso clinico. L’impianto cocleare (IC) è il primo organo bionico realizzato dall’uomo con tecnologia elettronica, per compensare efficacemente la sordità profonda completa bilaterale o “cofosi”.
L’iter riabilitativo/abilitativo logopedico specifico è finalizzato ad allenare il bambino alla nuova percezione acustica conseguente all’IC, favorendo lo sviluppo di rappresentazioni mentali nuove. In particolare gli obiettivi terapeutici-riabilitativi prevedono lo sviluppo delle principali fasi in cui si articolano le abilità uditive.
Come già descritto da altri autori, emerge l’importanza di intervenire precocemente nella selezione del bambino da indirizzare all’impianto cocleare, per consentire quanto prima il ripristino della sensibilità uditiva e conseguentemente il ripristino della percezione di elementi linguistici, evitando le condizioni che stanno alla base della disabilità comunicativa-linguistica.


Caratteristiche linguistiche e socio-culturali della Lingua dei Segni Italiana (LIS)
V. Volterra – E. Pizzuto – S. Corazza

Viene evidenziato come l’esplorazione delle lingue dei segni possa contribuire sia ad un ampliamento delle nostre conoscenze in ambito linguistico e socio-antropologico, sia alla strutturazione di più appropriati interventi pedagogici, in un’ottica di educazione bilingue per le persone sorde. Le ricerche linguistiche degli ultimi quarant’anni hanno mostrato che queste forme di comunicazione sono vere e proprie lingue dei segni, dotate di strutture linguistiche analoghe a quelle proprie delle lingue vocali. Vengono descritte alcune caratteristiche lessicali e grammaticali della Lingua dei Segni Italiana (LIS).


Il diritto del bambino sordo a crescere bilingue
F. Grosjean

Ogni bambino sordo, qualunque sia il livello della sua perdita uditiva, dovrebbe avere il diritto di crescere bilingue. Tramite la conoscenza e l’uso sia della lingua dei segni sia della lingua orale (nella sua forma scritta e, ove possibile, parlata), il bambino potrà acquisire appieno le sue capacità cognitive, linguistiche e sociali.


Le strategie di scrittura del bambino sordo: scrivere è come parlare?
B. Arfé

Per una migliore comprensione delle strategie di scrittura dei bambini sordi sarebbe necessario osservare il loro processo di scrittura nelle sue fasi. Alcune ricerche hanno dimostrato l’utilità a questo scopo delle tecniche di facilitazione procedurale (Bereiter e Scardamalia, 1987; Boscolo, 1990), ma tali procedure non sono mai state applicate alle attività di scrittura dei bambini sordi. Il presente studio ha testato questa possibilità. Sono state analizzate le strategie di scrittura utilizzate nella produzione di testi espositivi da 9 bambini sordi e 9 bambini udenti (dalla terza elementare alla seconda media). Facendo uso di una tecnica di facilitazione procedurale è stato osservato come questi bambini durante il processo di scrittura passavano dalla generazione del contenuto alla sua trascrizione. Ogni bambino è stato visto tre volte e testato durante la produzione di tre testi. I bambini sordi ed udenti hanno utilizzato durante la produzione del testo la stessa gamma di operazioni cognitive, ma sono emerse alcune differenze tra i due gruppi considerando l’effetto dell’esperienza scolastica sull’uso di queste strategie. In particolare, l’elaborazione sembra essere la strategia prediletta dai bambini udenti di scuola media, mentre i sordi sembrano utilizzare strategie di scrittura meno sofisticate.

28-Feb-2008 - © I.R.C.C.S. Medea