Il
trattamento della discalculia evolutiva: note metodologiche
e risultati su sette casi singoli
C. De Candia – F. Bellio – P. E. Tressoldi
Questo lavoro presenta un’analisi degli esiti
degli interventi su una serie di casi singoli con diagnosi
di discalculia evolutiva.
Il criterio di inclusione al gruppo è stato determinato
dalla presenza di prestazioni uguali o minori al 10°
percentile in accuratezza o velocità nel calcolo
scritto o mentale, valutate attraverso la somministrazione
del test ABCA (Test delle Abilità di Calcolo
Aritmetico) o AC-MT (Test di valutazione della abilità
di Calcolo – Gruppo MT).
Il metodo usato in questo studio è un disegno
sperimentale composto da tre fasi, secondo lo schema
pre-trattamento, training, post trattamento. Per quanto
riguarda la valutazione dell’efficacia clinica
il criterio di riferimento scelto è stato il
superamento da parte dei soggetti del 20° percentile
nelle varie prestazioni analizzate.
I risultati osservati, un raggiungimento del criterio
di sufficienza per il parametro correttezza, ma non
quello di velocità in quasi tutti i partecipanti
ed in quasi tutte le componenti esaminate, serviranno
come spunto per una riflessione metodologica sulla verifica
degli esiti degli interventi per migliorare l’accuratezza
e la velocità delle abilità di calcolo
dei soggetti con discalculia evolutiva.
Un progetto di
studio ed intervento sui disturbi specifici dell’apprendimento
della lettura in bambini italiani
P. Zoccolotti – M. De Luca – A. Judica
– D. Spinelli
Nell’articolo è descritto un progetto di
ricerca focalizzato sulla valutazione della natura dei
disturbi evolutivi di lettura in italiano, una lingua
caratterizzata da un’ortografia trasparente. Studi
basati sia su metodiche funzionali che su paradigmi
sperimentali (per es. registrazione dei movimenti oculari,
tempi di reazione vocale) hanno indicato che il disturbo
di lettura è caratterizzato da una scansione
molto analitica e sequenziale del testo. Contrariamente
a quanto riportato per la lingua inglese, non si è
osservato un deficit specifico nella lettura di non-parole.
I risultati di questi studi hanno suggerito una compromissione
prevalente della via lessicale di lettura. Sulla base
di quest’interpretazione è stato sviluppato
un intervento riabilitativo teso a favorire un’esplorazione
globale e parallela delle parole. Sono, quindi, descritti
alcuni studi in cui il programma di trattamento (con
modifiche ad hoc in funzione dell’età)
è stato sottoposto a verifica su ragazzi di scuola
media inferiore, di scuola primaria ed, infine, anche
di scuola media superiore. I risultati hanno indicato
una buona efficacia del trattamento per tutte le fasce
d’età. Si conclude quindi che, nonostante
sia preferibile intervenire precocemente, sia possibile
ottenere risultati positivi anche dopo molti anni di
frequenza scolastica.
Stimolazione
emisfero-specifica secondo il metodo Bakker per il trattamento
della dislessia evolutiva: risultati e follow-up
M. L. Lorusso – C. Cattaneo
Nel presente studio ci si è proposti di valutare
l’efficacia del trattamento di stimolazione emisfero-specifica
derivato dal modello neuropsicologico della dislessia
di Bakker (Balance Model). Tale metodologia riabilitativa
viene messa a confronto con quella logopedica tradizionale:
25 bambini con dislessia evolutiva sono stati casualmente
assegnati ad un gruppo di trattamento con stimolazione
emisfero-specifica visiva (VHSS) secondo Bakker, oppure
ad un trattamento tradizionale, e valutati prima e dopo
un ciclo di riabilitazione di quattro mesi per le abilità
di lettura, scrittura, memoria, attenzione e consapevolezza
fonologica. I risultati hanno mostrato una maggiore
efficacia del VHSS, con miglioramenti significativi
in quasi tutte le variabili considerate. Inoltre, una
rivalutazione di follow-up per questo gruppo, per le
abilità di lettura, dopo quattro e otto mesi,
ha mostrato il mantenimento dei risultati nel tempo.
Vengono infine discusse le funzioni cognitive e neuropsicologiche
di base che potrebbero essere implicate nei miglioramenti
osservati in ambito clinico.
L’apprendimento
della lingua scritta nei bambini con Disturbo Specifico
di Sviluppo del Linguaggio: uno studio di follow-up
D. Brizzolara – C. Casalini – F. Gasperini
– S. Mazzotti – S. Roncoli – P. Cipriani
– A. M. Chilosi
I bambini con Disturbo Specifico di Sviluppo del Linguaggio
(DSL) presentano un alto rischio di sviluppare difficoltà
di apprendimento della lingua scritta – circa
il 50% di essi – a dimostrazione di una continuità
fra sviluppo del linguaggio orale e scritto. Non si
conosce, tuttavia, quali deficit linguistici orali causino
i problemi di apprendimento della lingua scritta e quali
aspetti del complesso processo di acquisizione delle
abilità di letto-scrittura siano compromessi
dai deficit linguistici dei bambini con DSL di diversa
tipologia clinica. In questo articolo descriviamo le
prime fasi dell’apprendimento della lettura e
della scrittura in un gruppo di 33 bambini con DSL seguiti
longitudinalmente nella prima e seconda classe della
scuola primaria, differenziandone l’evoluzione,
sia delle abilità di lettura che di scrittura,
in base alla diversa tipologia di DSL (Recettivo-Espressivo,
Espressivo, Fonologico). I bambini con DSL presentano,
in buona parte, un rallentamento nelle fasi iniziali
dell’apprendimento di lettura e scrittura ma non
tutti sviluppano difficoltà di apprendimento.
I nostri dati confermano che i bambini con disturbo
misto Recettivo-Espressivo ed Espressivo presentano
un rischio maggiore di andare incontro a difficoltà
di apprendimento della lingua scritta rispetto a quelli
con un disturbo Fonologico isolato che hanno una prognosi
migliore. |