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Neuropsicologia evolutiva e disturbi dell’apprendimento – Parte II

Guest Editors: Franco Fabbro – Maria Luisa Lorusso

Il trattamento della discalculia evolutiva: note metodologiche e risultati su sette casi singoli
C. De Candia – F. Bellio – P. E. Tressoldi
Questo lavoro presenta un’analisi degli esiti degli interventi su una serie di casi singoli con diagnosi di discalculia evolutiva.
Il criterio di inclusione al gruppo è stato determinato dalla presenza di prestazioni uguali o minori al 10° percentile in accuratezza o velocità nel calcolo scritto o mentale, valutate attraverso la somministrazione del test ABCA (Test delle Abilità di Calcolo Aritmetico) o AC-MT (Test di valutazione della abilità di Calcolo – Gruppo MT).
Il metodo usato in questo studio è un disegno sperimentale composto da tre fasi, secondo lo schema pre-trattamento, training, post trattamento. Per quanto riguarda la valutazione dell’efficacia clinica il criterio di riferimento scelto è stato il superamento da parte dei soggetti del 20° percentile nelle varie prestazioni analizzate.
I risultati osservati, un raggiungimento del criterio di sufficienza per il parametro correttezza, ma non quello di velocità in quasi tutti i partecipanti ed in quasi tutte le componenti esaminate, serviranno come spunto per una riflessione metodologica sulla verifica degli esiti degli interventi per migliorare l’accuratezza e la velocità delle abilità di calcolo dei soggetti con discalculia evolutiva.

Un progetto di studio ed intervento sui disturbi specifici dell’apprendimento della lettura in bambini italiani
P. Zoccolotti – M. De Luca – A. Judica – D. Spinelli
Nell’articolo è descritto un progetto di ricerca focalizzato sulla valutazione della natura dei disturbi evolutivi di lettura in italiano, una lingua caratterizzata da un’ortografia trasparente. Studi basati sia su metodiche funzionali che su paradigmi sperimentali (per es. registrazione dei movimenti oculari, tempi di reazione vocale) hanno indicato che il disturbo di lettura è caratterizzato da una scansione molto analitica e sequenziale del testo. Contrariamente a quanto riportato per la lingua inglese, non si è osservato un deficit specifico nella lettura di non-parole. I risultati di questi studi hanno suggerito una compromissione prevalente della via lessicale di lettura. Sulla base di quest’interpretazione è stato sviluppato un intervento riabilitativo teso a favorire un’esplorazione globale e parallela delle parole. Sono, quindi, descritti alcuni studi in cui il programma di trattamento (con modifiche ad hoc in funzione dell’età) è stato sottoposto a verifica su ragazzi di scuola media inferiore, di scuola primaria ed, infine, anche di scuola media superiore. I risultati hanno indicato una buona efficacia del trattamento per tutte le fasce d’età. Si conclude quindi che, nonostante sia preferibile intervenire precocemente, sia possibile ottenere risultati positivi anche dopo molti anni di frequenza scolastica.

Stimolazione emisfero-specifica secondo il metodo Bakker per il trattamento della dislessia evolutiva: risultati e follow-up
M. L. Lorusso – C. Cattaneo
Nel presente studio ci si è proposti di valutare l’efficacia del trattamento di stimolazione emisfero-specifica derivato dal modello neuropsicologico della dislessia di Bakker (Balance Model). Tale metodologia riabilitativa viene messa a confronto con quella logopedica tradizionale: 25 bambini con dislessia evolutiva sono stati casualmente assegnati ad un gruppo di trattamento con stimolazione emisfero-specifica visiva (VHSS) secondo Bakker, oppure ad un trattamento tradizionale, e valutati prima e dopo un ciclo di riabilitazione di quattro mesi per le abilità di lettura, scrittura, memoria, attenzione e consapevolezza fonologica. I risultati hanno mostrato una maggiore efficacia del VHSS, con miglioramenti significativi in quasi tutte le variabili considerate. Inoltre, una rivalutazione di follow-up per questo gruppo, per le abilità di lettura, dopo quattro e otto mesi, ha mostrato il mantenimento dei risultati nel tempo. Vengono infine discusse le funzioni cognitive e neuropsicologiche di base che potrebbero essere implicate nei miglioramenti osservati in ambito clinico.

L’apprendimento della lingua scritta nei bambini con Disturbo Specifico di Sviluppo del Linguaggio: uno studio di follow-up
D. Brizzolara – C. Casalini – F. Gasperini – S. Mazzotti – S. Roncoli – P. Cipriani – A. M. Chilosi
I bambini con Disturbo Specifico di Sviluppo del Linguaggio (DSL) presentano un alto rischio di sviluppare difficoltà di apprendimento della lingua scritta – circa il 50% di essi – a dimostrazione di una continuità fra sviluppo del linguaggio orale e scritto. Non si conosce, tuttavia, quali deficit linguistici orali causino i problemi di apprendimento della lingua scritta e quali aspetti del complesso processo di acquisizione delle abilità di letto-scrittura siano compromessi dai deficit linguistici dei bambini con DSL di diversa tipologia clinica. In questo articolo descriviamo le prime fasi dell’apprendimento della lettura e della scrittura in un gruppo di 33 bambini con DSL seguiti longitudinalmente nella prima e seconda classe della scuola primaria, differenziandone l’evoluzione, sia delle abilità di lettura che di scrittura, in base alla diversa tipologia di DSL (Recettivo-Espressivo, Espressivo, Fonologico). I bambini con DSL presentano, in buona parte, un rallentamento nelle fasi iniziali dell’apprendimento di lettura e scrittura ma non tutti sviluppano difficoltà di apprendimento. I nostri dati confermano che i bambini con disturbo misto Recettivo-Espressivo ed Espressivo presentano un rischio maggiore di andare incontro a difficoltà di apprendimento della lingua scritta rispetto a quelli con un disturbo Fonologico isolato che hanno una prognosi migliore.

28-Feb-2008 - © I.R.C.C.S. Medea