Gli
studi sul Ritardo Mentale (RM) hanno costituito un importante
campo di interesse della Neuropsichiatria Infantile,
che ha sempre riservato un posto di rilievo alla riflessione
sulla disabilità psichica, contrariamente alla Psichiatria.
Questo tema, che è appunto l’argomento del presente
numero di Saggi, è rimasto così orfano tardivo, escluso
dall’ampiezza dei rimandi possibili: cosa è e come si
sviluppa l’intelligenza, come funziona il cervello in
situazioni limite, quali rapporti intercorrono fra mente
e cervello nelle situazioni patologiche e, ancora, come
si può intendere l’intersoggettività nel campo della
grave disabilità mentale. Temi di grande rilievo, clinico
ed epistemologico, che il nostro numero cerca di affrontare.
Secondo Wehmeyer (citato in S. Soresi- Psicologia della
disabilità, Il Mulino,2007) lo studio del RM ha attraversato
tre fasi:
• la prima, focalizzata sui ricercatori e sui professionisti
della salute mentale che dibattono fra loro le questioni
riguardanti il disabile;
• la seconda, caratterizzata dalla centralità dei genitori
e della famiglia del disabile;
• la terza, quella attuale, in cui il disabile acquista
il diritto di parlare in prima persona, di decidere
la qualità della propria vita e di autodeterminarsi.
|
|
Alla luce di questo mutamento
di prospettiva, che condividiamo e auspichiamo, è necessario
incentrare l’interesse clinico e di ricerca sulla vita
psichica del disabile.
La nostra scelta ha privilegiato appunto la descrizione
e la comprensione della soggettività e della individualità
del disabile.
Il saggio di Cannao illustra l’evoluzione delle riflessioni
sul RM Grave, ricordando l’anniversario della pubblicazione
del libro “Il grave handicappato mentale”, pietra angolare
del pensiero di Giorgio Moretti e della stessa Milena
Cannao.
Lolli e Curti illuminano con la riflessione psicanalitica
alcune articolazioni del pensiero del disabile psichico;
Cristiano e Foresti si concentrano sulle modalità dell’attaccamento
e della metacognizione; Ruggerini, Villanti e Solmi
trattano la Medicina Basata sulle Narrazioni come modalità
di clinica della disabilità psichica; Mansi e Molteni
ne tentano una indagine psicologica partendo dagli elementi
patologici.
Un secondo gruppo di interventi si incentra sul processo
di cura, comunque rispettosa della dimensione individuale:
la farmacoterapia (Cornaggia e coll.), l’organizzazione
dei Servizi (La Malfa, Gadaldi e Colombo).
|