Per la prima volta in Italia è stata messa a punto una metodica in grado di curare le forme farmaco-resistenti. Nell'équipe anche Paolo Bonanni, responsabile della sezione di epilettologia del Polo di Conegliano.
Presso l’ospedale San Bortolo di Vicenza, un team multidisciplinare ha messo a punto una nuova tecnologia per curare anche le forme più gravi di epilessia farmacoresistente. Nell’équipe medica anche Paolo Bonanni, responsabile dell’Unita Operativa di Epilessia e Neurofisiologia Clinica dell’IRCCS Medea di Conegliano e Pieve di Soligo.
Il nuovo approccio prevede l’ablazione termica mediante laser della lesione epilettogena, che è causa dell’epilessia. Questa tecnica, rispetto a quelle tradizionali, ha il vantaggio di una minore invasività e di praticare minor danno collaterale. Da un punto di vista tecnico si esegue un piccolo foro sul cranio, attraverso cui, mediante “casco” o robot stereotassico, si posiziona la fibra ottica laser. Successivamente si esegue l’ablazione laser monitorando la corretta esecuzione della procedura mediante termografia RM eseguita in continuo durante il trattamento. Questa tecnologia offre la possibilità di intervenire su lesioni del diametro di 2-3 cm situate anche in zone profonde del cervello, difficilmente raggiungibili con altre metodiche. L’intervento è stato sperimentato dai neurochirughi Lorenzo Volpin e Massimo Piacentino e dal neuroradiologo Valerio Vitale in un paziente di 50 anni del dottor Bonanni: a distanza di qualche mese, le crisi epilettiche che nella fase precedente avevano una frequenza giornaliera con brusche cadute a terra, sono del tutto scomparse, rimangono solo leggeri formicoli al braccio di breve durata. Nel complesso la qualità di vita del paziente è significativamente migliorata dopo l’intervento.
Afferma il dottor Bonanni “è stato importante aver lavorato in una squadra affiatata, composta da professionisti di alto profilo e con competenze multidisciplinari”.
L’epilessia è una condizione neurologica cronica, molto frequente (circa l’1/% della popolazione), con un elevato impatto socio-sanitario ed economico. La crisi epilettica consiste nell’occorrenza transitoria di segni e/o sintomi dovuti a un’attività neuronale anomala, eccessiva e ipersincrona. Il ripetersi delle crisi epilettiche definisce la condizione di epilessia. Su base prognostica si possono dividere le epilessie in forme che vengono controllate dai farmaci antiepilettici e in forme invece resistenti ai farmaci. Queste ultime costituiscono il 40 % di tutte le epilessie sia dell’adulto che del bambino. In particolare per queste forme che si applica questa tecnologia innovativa che sta già dando buoni risultati.
L'unità operativa di epilessia e neurofisiologia clinica dell'IRCCS Medea di Conegliano è riconosciuta quale centro avanzato di riferimento per la diagnosi e cura delle epilessie da parte della LICE (lega italiana contro l'epilessia). L’unità si occupa sia del bambino che dell’adulto, con particolare riferimento alla valutazione pre-chirurgica e alla riabilitazione post-chirurgica. Ad oggi il centro ha seguito circa 2000 pazienti con epilessia. Di questi circa 1000 sono seguiti stabilmente in follow up con controlli almeno annuali. Il 50% dei pazienti sono di provenienza extra regione Veneto. Sono presenti tutte le epilessie con netta prevalenza di quelle farmaco resistenti o comunque facenti parte di un quadro clinico complesso ad eziologia genetico/strutturale.
Questa nuova tecnologia minimamente invasiva permette alla persona con epilessia di guarire definitivamente e di riappropriarsi della propria vita relazionale e lavorativa già alcuni giorni dopo l’intervento: un motivo di speranza per tutti i pazienti con epilessia farmacoresistente e invalidante.