Prevenire le difficoltà sociali, linguistiche e comunicative di molti bambini con autismo: lo studio del BabyLab.
Nell’ambito del disturbo dello spettro autistico, l'individuazione precoce del rischio e un intervento tempestivo e individualizzato sul bambino rappresentano la direzione più innovativa e promettente nella quale si stanno muovendo gli sforzi della ricerca scientifica.
Tuttavia, ad oggi, l’età media alla prima diagnosi di autismo rimane ancora a 3-4 anni, nonostante i sintomi emergano in fasi precoci dello sviluppo. Lo studio di quanto avviene nei primi 36 mesi di vita del bambino è di grande interesse scientifico e l'individuazione precoce del rischio e un tempestivo intervento sono in grado di prevenire il progressivo sviluppo delle anomalie sociali.
La ricerca sull’interazione sociale
La recente ricerca ha mostrato che i bambini con autismo quando interagiscono con i propri genitori manifestano alterazioni neurali che sembra siano associate alle successive difficoltà sociali, linguistiche e comunicative. La maggior parte delle ricerche si basa però sullo studio delle risposte neurali del singolo bambino, un approccio lontano da una reale interazione sociale. Per questo motivo il Babylab dell’Istituto Scientifico Eugenio Medea si propone di studiare l’attività cerebrale del bambino piccolo e del genitore attraverso un nuovo approccio, chiamato “hyperscanning”, che permette di analizzare simultaneamente l’attività cerebrale di due o più individui in relazione. Sarà così possibile far luce sui meccanismi neurali sottostanti alla complessità delle relazioni sociali genitore-bambino. L'obiettivo è sviluppare interventi precoci e personalizzati che possano favorire una migliore comunicazione e interazione sociale in questi bambini. Questa ricerca potrebbe rappresentare un passo significativo verso un approccio più completo ed efficace nel trattamento dell'autismo, contribuendo così a migliorare la qualità della vita dei bambini e delle loro famiglie.
Il BabyLab
I fratellini di bambini con autismo hanno la probabilità di ricevere a loro volta una diagnosi di autismo superiore del 20% rispetto alla popolazione con sviluppo tipico. All’interno di questa popolazione a rischio, si sviluppa l’attività di ricerca del Babylab dell’Istituto Scientifico Eugenio Medea. Il Laboratorio collabora all’interno del Network Italiano per il riconoscimento precoce dei Disturbi dello Spettro autistico NIDA, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità.