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Autismo: un nuovo strumento di screening a distanza

Ideato dall’IRCCS Medea in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, TeleNIDA riesce a identificare eventuali campanelli di allarme dai 18 mesi di vita.

Anita è una bimba di 18 mesi, seduta sul tappeto al termine di un’attività di gioco. La mamma è alle sue spalle e prova a chiamarla per nome. La piccola non risponde al primo tentativo: sono necessari più richiami prima che rivolga lo sguardo verso la mamma.

Si tratta di uno dei filmati del TeleNIDA, strumento di screening per l'identificazione di segni di rischio per l’autismo messo a punto dagli esperti dell’IRCCS Medea in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, i cui dettagli sono stati pubblicati sul Journal of Autism and Develpmental Disorders. Lo strumento permette la misurazione da remoto del comportamento dei bambini nella fascia d’età dai 18 ai 30 mesi attraverso la raccolta di videoregistrazioni fatte dai loro genitori. I video fanno riferimento alle attività di vita quotidiana del bimbo, come il gioco libero, il gioco in interazione, il momento della pappa e l’attività di lettura condivisa.

I video vengono poi osservati e valutati dai ricercatori attraverso una griglia strutturata e adattata dallo strumento originale SORF, che sta per Sistematic Observation of Red Flags. Si tratta di una serie di item in grado di indicare i “campanelli di allarme”, cioè i comportamenti atipici riconducibili ai criteri diagnostici del DSM 5, e di differenziare un bambino con autismo da un bambino a sviluppo tipico: ci sono quelli relativi alla parte comunicativa, come il contatto visivo diretto al volto, l’utilizzo di gesti come il pointing e il mostrare, e quelli relativi all’interazione sociale, come i comportamenti ripetitivi e gli interessi ristretti.

Nel caso di Anita, i ricercatori osservano e codificano la frequenza, l’intensità e la numerosità di aperture sociali che la bimba ha con la mamma: “anche in pochi secondi di videoregistrazione la quantità di informazioni che noi riusciamo a raccogliere è enorme - spiega Valentina Riva, referente per il Medea del Network NIDA e prima autrice dell’articolo -. Per esempio, nel gioco libero, chiediamo al genitore di mettersi alle spalle del bambino e di lasciarlo giocare e poi, verso la fine, gli chiediamo di provare a chiamarlo per nome. Poi codifichiamo la frequenza, l’intensità e la numerosità di aperture sociali che può avere il bambino”. L’idea è arrivare a dare dei punteggi di specificità e sensibilità e quindi identificare anche quello che può essere un cut-off clinico che indichi se quel bambino può essere a rischio/non a rischio e qual è anche il grado di rischio.

“Attraverso il Network italiano per il riconoscimento precoce dei disturbi dello spettro autistico (NIDA) è stato possibile valutare i possibili indicatori di autismo su un campione di immagini video raccolte dai genitori, opportunamente guidati da esperti nella diagnosi precoce del disturbo”, esordisce Maria Luisa Scattoni, coordinatrice dell'Osservatorio nazionale autismo dell'ISS e coautrice dell'articolo. “Allo studio hanno preso parte 51 bambini tra 18 e 30 mesi, inclusi 30 fratelli e sorelle di bambini con disturbo dello spettro autistico (ASD) iscritti alla sorveglianza della rete NIDA e 21 bambini segnalati per sospetto ASD”, scrivono gli autori.

Nel corso del follow up ai genitori è stato chiesto di realizzare video di 5 minuti di 4 diverse attività quotidiane – gioco libero, gioco con genitori, pasti e condivisione di libri – per un totale approssimativo di 20 minuti di registrazione. Dai risultati emerge la capacità di teleNIDA di distinguere fra gruppi ASD e non autistici.

“Il NIDA si configura come un'infrastruttura scientifica capace di implementare strumenti e strategie innovative per rispondere ai bisogni delle persone con autismo e delle loro famiglie. La sperimentazione del teleNIDA è un esempio virtuoso di collaborazione scientifica che deriva dalla realtà internazionale adattata al contesto italiano, e questi risultati valorizzano l'esperienza dei professionisti italiani testimoniando la possibilità di implementare ricerche cliniche multicentriche nel servizio sanitario pubblico”, conclude la coordinatrice dell’Osservatorio.

Guarda l’intervista a Valentina Riva sul Tg Salute di Italpress https://www.italpress.com/autismo-uno-screening-a-distanza-gia-a-partire-dai-18-mesi-di-vita/



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