Ha condotto l’Istituto Scientifico Medea per oltre 15 anni e ha dedicato la sua vita alle neuroscienze.
Ponte Lambro, 3 maggio 2023 - E’ mancato ieri il professor Nereo Bresolin, luminare della neurologia con numerosi incarichi clinici e di ricerca.
Dopo la scomparsa del professor Giorgio Moretti, dal 9 Luglio 1999 al 31 dicembre 2015 Bresolin è stato Direttore Scientifico dell'IRCCS Eugenio Medea. Dal 2002 ha diretto la prestigiosa e storica cattedra di Neurologia del Padiglione Ponti della Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, succedendo al suo maestro, il Professor Guglielmo Scarlato e raggiungendo la notorietà in ambito nazionale ed internazionale per gli studi sulle cellule staminali nella Distrofia Muscolare di Duchenne.
All’esperienza clinica e alla competenza nel campo della ricerca – il professor Bresolin è autore di oltre 700 pubblicazioni di interesse neurologico, pubblicate nelle riviste più importanti del settore - univa un’attitudine umana di grande valore, con i piccoli pazienti, con le famiglie e con i colleghi.
Sotto la sua guida, l’IRCCS Medea ha visto una conferma e un ulteriore lancio dell’impronta che già aveva dato il professor Moretti, cioè una ricerca il cui fine ultimo è sempre la persona: “Ogni ricercatore rimane stupito davanti all’incanto del cervello e all’enigma della mente: ragione e sentimento, pensieri ed emozioni... tutto si intreccia e non trova una via di fuga – queste le parole del professore ad una splendida Lectio Magistralis tenuta nel 2010 agli studenti universitari del Polo di Bosisio -. Ci muoviamo su un crinale delicato che incrocia genetica e neuroscienze, biomedicina e bioingegneria, funzioni organiche e funzioni mentali. In questi settori la ricerca è ad un tempo più problematica ed intrigante”.
Personalità eclettica – era anche diplomato in pianoforte al Conservatorio di Padova – ha sempre mantenuto l’attitudine al dubbio e la curiosità dello scienziato: “Amo le persone che hanno dubbi e diffido di quelle che hanno solo certezze, non solo nella scienza ma anche nella fede, nel calcio come nella politica – diceva il professore in un’intervista rilasciata al Notiziario dell’Associazione -. Apprezzo e stimo chi è riuscito a fare un percorso di fede, ma penso che il dubbio sia il vero motore, sia nella scienza che nella fede. Amo chi si pone costantemente e criticamente in discussione e cerca delle soluzioni, più che delle certezze. Credere di aver capito è drammatico se poi si scopre che in realtà tutto il percorso fatto non basta più… Ripeto, invidio molto il cammino di chi ha raggiunto una sua pace e una sua certezza, al tempo stesso però credo che ciò sia limitativo, perché vuol dire fermarsi alla stazione del treno senza sapere dove questo andrà a finire…”.
Il funerale si terrà il 4 maggio alle ore 15.00 nella chiesa parrocchiale di Cavaso del Tomba (TV).
Aveva l’attitudine del “maestro”
La Nostra Famiglia ricorda il professor Bresolin con le parole del dottor Domenico Galbiati, suo collega e amico.
“Con il Professor Bresolin condividevamo il giorno del compleanno e, da una trentina d’anni, gareggiavamo chi fosse il primo dei due, nelle prime ore del 25 agosto, a chiamare l’altro oppure ad inviargli un messaggio d’auguri.
Nereo Bresolin ci ha lasciati troppo presto.
Avrebbe potuto dare ancora molto alla ricerca in campo neurologico, soprattutto in riferimento alle patologie neuro-muscolari e molto avrebbe ancora dato ai suoi pazienti e al lavoro clinico.
Ha diretto una delle più prestigiose cattedre di neurologia del nostro Paese e dalla sede storica del Padiglione Ponti ha dato un importante contributo a tale disciplina, che conosceva a fondo e per esteso, in ogni suo ambito.
Era molto attento alla connessione tra clinica e ricerca, del resto nello spirito della funzione propria di un “Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico”, qual è l’istituto “Eugenio Medea”, cui ha collaborato sin dai primi anni della sua attività professionale e del quale ha curato la direzione scientifica per vent’anni.
Spiegava ripetutamente ai clinici e ai ricercatori che dirigeva, come la clinica dovesse ispirare le linee di ricerca e, nel contempo, come fosse necessario, con la ricerca, indagare a fondo la patogenesi e la fisiopatologia delle malattie neurologiche per garantire, soprattutto nei bambini e negli adolescenti, che gli interventi riabilitativi fossero effettivamente efficaci.
Ma del Prof. Bresolin è necessario ricordare soprattutto la figura umana.
E’ stato una persona buona, nel senso proprio del termine, e, come coloro che sono tali per una naturale disposizione d’animo, forse lui stesso non lo sapeva.
Eppure la sua delicatezza la si coglieva in tanti atteggiamenti.
Per apprezzarlo, bisognava conoscerlo a fondo, penetrare quel pudore dei suoi sentimenti che, talvolta, poteva dare l’ impressione di una distanza.
In effetti, nel Professor Bresolin c’era piuttosto un riserbo, a tratti una sorta di timidezza che attestava una sensibilità, che pure, talvolta, sembrava volesse nascondere.
Ha combattuto tutte le battaglie che si devono combattere quando, a livello accademico, si raggiungono posizioni di grande rilievo.
Con i giovani ricercatori aveva l’attitudine del “maestro”: suggeriva, incoraggiava, correggeva, stimolava, ma mai lo abbiamo visto umiliare o scoraggiare chiunque lavorasse con lui, mai assumere atteggiamenti scostanti o di sufficienza.
Subentrando nella Direzione Scientifica al Prof. Moretti, ha dato all’IRCCS Medea un contributo formidabile che ne ha orientato l’evoluzione secondo linee che resteranno un punto fermo nella storia del nostro istituto e tuttora rappresentano un’ispirazione, che la d.ssa Bassi va ulteriormente ampliando. (Domenico Galbiati)