Patologie

Stroke

Malattie dei vasi del cervello che portano alla lesione di un’area più o meno vasta causando anche la morte dei neuroni.

  • Possono avere cause diverse.
  • Gli esiti di Stroke causano lesioni cerebrali spesso singole che possono comportare uno o molti problema neurologici: in rari casi possono portare alla condizione di Stato Vegetativo, possono compromettere la deglutizione e la respirazione, più spesso possono dare problemi motori a metà del corpo (gamba e braccio dello stesso lato), visivi (visione parziale), linguistici (afasia), cognitivi, possono portare a problemi psicologici-comportamentali.
  • La presa in carico riabilitativa di pazienti con esiti da stroke è susseguente all’avvenuta diagnosi.
  • Si propone un piano di terapia personalizzato, adeguato alle esigenze del paziente, con lo scopo di ridurre le menomazioni e recuperare il maggior livello di autonomia possibile.
  • La riabilitazione consiste in un insieme di interventi finalizzati al raggiungimento della migliore qualità di vita, del maggior livello di autonomia e di inclusione sociale possibili. In particolare:
    • Il recupero dei bassi livelli di coscienza (stati vegetativi e minima coscienza)
    • Il miglioramento della funzione respiratoria
    • Lo svezzamento dalla cannula tracheostomica
    • Ripresa dell’alimentazione
    • Il recupero della comunicazione
    • Il recupero motorio: con percorsi specifici per la ripresa del cammino e della funzione dell’arto superiore con metodologie tradizionali, robotizzate e di realtà virtuale
    • Percorsi per il recupero dei deficit cognitivi specifici (attenzione, memoria, funzioni esecutive, problem solving)
    • Protocolli per il ridimensionamento dei disturbi del comportamento (sindrome frontale) e recupero della relazionalità con gli altri
    • Percorsi di recupero delle autonomie personali
    • Percorsi per il recupero dei deficit visivi
    • Percorso per il reinserimento sociale e scolastico protetto
    • Valutazione ortesi ausili
    • Gli interventi possono comprendere trattamenti di fisioterapia, fisioterapia respiratoria, logopedia, terapia occupazionale, riabilitazione neuropsicologica, sostegno per il reinserimento sociale e scolastico.
  • Polo Lombardia - UOC Riabilitazione Specialistica Cerebrolesioni Acquisite

    Contatti: Centralino Tel. 031/877.111 - Centro Unico Prenotazioni 031/877.444 - Ufficio Relazioni con il Pubblico Tel. 031/877462 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

    Dr.ssa Sandra Strazzer - Neurologo
    Dr.ssa Elena Beretta - Fisiatra
    Dr.ssa Sara Galbiati - Neurologo
    Dr.ssa Federica Locatelli - Neurologo
    Dr.ssa Francesca Formica - Neuropsichiatra
    Dr.ssa Barboni Chiara - Pediatra

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Sindrome di Williams-Beuren

Malattia genetica rara, non degenerativa, con associato ritardo mentale.

  • La Sindrome di Williams consiste in un disordine neurocomportamentale congenito, dovuto alla delezione del cromosoma 7.
  • Si manifesta già dalla nascita o dalla prima infanzia con diverse caratteristiche come cardiopatie congenite, difetti dei vasi sanguigni e particolari caratteristiche facciali (testa piccole, fronte larga, labbra grosse, aspetto “pieno” delle guance e dei tessuti intorno agli occhi). I bambini colpiti manifestano ritardo psicomotorio, difficoltà nella coordinazione dei movimenti e presentano un’estrema variabilità nel grado di sviluppo mentale, con ritardo più o meno grave.
  • È basata su un’accurata valutazione clinica/dismorfologica del paziente, esami strumentali specifici per il quadro sindromico (in particolare RM ed EEG) e accertamenti genetici.
  • Attualmente non esiste una terapia specifica per la sindrome. Si può intervenire sulla cardiopatia congenita e prevenire, o rallentare, l’insorgenza di alcuni sintomi e complicazioni.
  • Fondamentale è la terapia riabilitativa, con interventi educativi precoci e mirati che permettono di migliorare lo sviluppo delle competenze cognitive e sociali. E’ possibile stilare un progetto riabilitativo personalizzato per ogni bambino da condividere con le Strutture territoriali che si occupano della riabilitazione ovvero in alcuni casi proporre interventi intensivi su obiettivi specifici all’interno del nostro Istituto.
  • Polo Lombardia - UOC Riabilitazione Specialistica Patologie Neuropsichiatriche dell'età evolutiva:

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    Dr.ssa Grazia D'Angelo - Neurologo
    Dr.ssa Alice Decio - Neuropsichiatra Infantile

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Sindrome di Tourette

Sindrome neurologica caratterizzata dall'associazione di tic involontari e disturbi psichiatrici o del comportamento.

  • La patogenesi è multifattoriale: si sviluppa nell’ambito di una vulnerabilità genetica in condizioni ambientali sfavorevoli.
  • La sindrome di Tourette è un disturbo prevalentemente ad esordio precoce (infanzia e adolescenza) che determina in età evolutiva significative compromissioni influendo sullo sviluppo sociale, cognitivo ed emotivo. I sintomi, in alcuni casi, possono persistere fino all’età adulta e/o rappresentare i precursori di altri tipologie di disturbo. La sindrome di Tourette è caratterizzata dalla presenza da tic motori e vocali, spesso estenuanti, ripetuti numerose volte nel corso della giornata e di lunga permanenza (superiore a un anno). Questi tic consistono in movimenti e suoni ripetuti e involontari, sono difficilmente controllabili e immotivati, cioè privi di uno scopo preciso. In associazione, spesso, i giovani pazienti possono mostrare dei deficit di attenzione, iperattività e altri disturbi comportamentali. Queste associazioni peggiorano ulteriormente il quadro clinico. Nella maggior parte dei casi, con il raggiungimento dell'età adulta, i tic possono sparire o attenuarsi.
  • La diagnosi si basa sull’osservazione diretta neuropsichiatrica e psicologica del bambino, sulla raccolta dei dati anamnestici e sulla somministrazione di interviste strutturate, scale e questionari rivolti ai bambini e ai genitori.
  • Il trattamento del sindrome di Tourette in età evolutiva può associare trattamenti psicoterapici a trattamenti farmacologici nei casi a maggior complessità.
  • Riabilitazione
  • Polo Lombardia - NPIA/Ambulatorio di Psicofarmacologia Dell’età Evolutiva:

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    Dr.ssa Silvana Bertella - Farmacologa Clinica
    Dr.ssa Erika Gatti - Neuropsichiatra Infantile
    Dr.ssa Maria Nobile - Psichiatra

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Sindrome di Prader-Willi

Malattia genetica rara con associato ritardo mentale

  • Genetiche: dipendente da un'alterazione del cromosoma 15.
  • La sindrome di Prader-Willi è una malattia genetica molto eterogenea, sia dal punto di vista clinico che da quello genetico. È caratterizzata da anomalie ipotalamico-pituitarie associate a grave ipotonia nel periodo neonatale e nei primi due anni di vita, e alla insorgenza di iperfagia -la quale può portare a obesità grave-, a difficoltà di apprendimento e a disturbi comportamentali o problemi psichiatrici gravi. Spesso segnalate caratteristiche facciali peculiari.
  • La diagnosi viene posta a partire dall'osservazione clinica ed è confermata dall'analisi genetica.
  • Non esiste una terapia specifica risolutiva; i trattamenti terapeutici applicabili hanno lo scopo di limitare i sintomi, moderare alcuni comportamenti anomali e, in generale, migliorare il tenore di vita dei pazienti.
  • Si propongono interventi riabilitativi volti a migliorare le competenze carenti e a contrastare i sintomi. In particolare:
    • fisioterapia
    • logopedia
    • psicoterapia
    • terapia occupazionale
  • Polo Lombardia - UOC Riabilitazione Specialistica Patologie Neuropsichiatriche dell'età evolutiva:

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    Dr.ssa Grazia D'Angelo - Neurologo
    Dr.ssa Alice Decio - Neuropsichiatra Infantile
    Dr.ssa Susan Marelli - Genetista Clinico
    Dr.ssa Rossella Cima - Fisiatra
    Dr.ssa Rossella Lavatelli - Neuropsichiatra Infantile

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Sindrome di Phelan-Mcdermid (PMS)

Malattia genetica rara con associato ritardo mentale.

  • È causata dalla delezione della porzione terminale (q13) di un cromosoma 22 (delezione 22q13).
  • I sintomi clinici possono essere estremamente variabili, ma il fenotipo comune nella PMS è caratterizzato da disabilità intellettiva, tratti autistici, ipotonia muscolare, disturbi dello sviluppo e del linguaggio e ritardo dello sviluppo motorio e intellettivo.
  • È basata su un’accurata valutazione clinica/dismorfologica del paziente, esami strumentali specifici per il quadro sindromico (in particolare RM ed EEG) e accertamenti genetici.
  • Non esiste una terapia specifica per la sindrome. Un approccio riabilitativo multidisciplinare è fondamentale per sostenere ed aiutare i bambini malati, cercando di garantire loro una buona qualità di vita.
  • Un approccio riabilitativo multidisciplinare è fondamentale per sostenere ed aiutare i bambini malati, cercando di garantire loro una buona qualità di vita, a migliorare le competenze carenti e contrastare i sintomi. In particolare: fisioterapia, logopedia, psicomotricità.
  • Polo Lombardia - UOC Riabilitazione Specialistica Patologie Neuropsichiatriche dell'età evolutiva:

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    Dr.ssa Susan Marelli - Genetista Clinico
    Dr.ssa Rossella Cima - Fisiatra
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Sindrome di Ondine

La sindrome di Ondine, o ipoventilazione alveolare centrale congenita (CCHS), è una malattia genetica rara.

  • La sindrome è dovuta a un grave difetto del controllo centrale della respirazione e a una disfunzione del sistema nervoso autonomo.
  • La caratteristica fondamentale della Sindrome è l’incapacità di mantenere una corretta ventilazione autonoma durante il sonno (ipoventilazione). Nelle forme più gravi i sintomi respiratori sono presenti anche durante la veglia.
  • La diagnosi viene effettuata attraverso test genetici.
  • Non esiste una terapia specifica risolutiva, i pazienti affetti devono utilizzare dispositivi di ventilazione meccanica per poter garantire un adeguato scambio respiratorio durante il sonno.
  • Si propongono interventi riabilitativi multidisciplinari, volti a contrastare i sintomi e migliorare il tenore di vita dei pazienti. In particolare: fisioterapia, logopedia, psicomotricità.
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Sindrome di Joubert

Malattia genetica rara che interessa il cervelletto, con associato ritardo mentale.

  • Genetiche.
  • Si manifesta già nei primi mesi di vita con ipotonia, ritardo nello sviluppo, disturbi respiratori e movimenti anomali degli occhi. Più avanti, i bambini colpiti possono mostrare atassia, disturbi dell’apprendimento e ritardo mentale. Esiste un ampio numero di condizioni correlate alla sindrome di Joubert in cui, oltre ai suddetti problemi neurologici, i pazienti possono presentare variabile coinvolgimento di altri organi.
  • È basata su un’accurata valutazione clinica/dismorfologica del paziente, esami strumentali specifici per il quadro sindromico (in particolare RM ed EEG) e accertamenti genetici.
  • Non esiste una terapia specifica risolutiva; i trattamenti terapeutici applicabili hanno lo scopo di limitare i sintomi, moderare alcuni comportamenti anomali e, in generale, migliorare il tenore di vita dei pazienti.
  • Un approccio riabilitativo multidisciplinare è fondamentale per sostenere ed aiutare i bambini malati, cercando di garantire loro una buona qualità di vita, a migliorare le competenze carenti e contrastare i sintomi. Si propongono interventi riabilitativi volti a migliorare le competenze carenti e a contrastare i sintomi. In particolare: fisioterapia, logopedia, psicoterapia, terapia occupazionale, neurovisione.
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Sindrome dI Guillain-Barré

 

  • È una paralisi motoria dovuta a lesione del nervo (neuropatia acquisita) che può avere gravità diverse. Principalmente compare dopo un infezione non grave dell’intestino o di altra sede.
  • La fase di malattia viene curata nei reparti per acuti (neurologie o terapie intensive) con terapie specifiche (immunoglobuline, plasmaferesi…). Può residuare un problema motorio e respiratorio più o meno grave che necessita di una fase riabilitativa.
  • La presa in carico riabilitativa di pazienti con esiti da sindrome di Guillain-Barré è susseguente all’avvenuta diagnosi.
  • Si propone un piano di terapia personalizzato, adeguato alle esigenze del paziente, con lo scopo di ridurre le menomazioni e recuperare il maggior livello di autonomia possibile.
  • La riabilitazione consiste in un insieme di interventi finalizzati al raggiungimento della migliore qualità di vita, del maggior livello di autonomia e di inclusione sociale possibili. In particolare:
    • Miglioramento della funzione respiratoria
    • Lo svezzamento dalla cannula tracheostomica
    • Ripresa dell’alimentazione
    • Il recupero della comunicazione
    • Il recupero motorio: con percorsi specifici per la ripresa del cammino e della funzione dell’arto superiore con metodologie tradizionali, robotizzate e di realtà virtuale
    • Il recupero motorio: con percorsi specifici per la ripresa del cammino e della funzione dell’arto superiore con metodologie tradizionali, robotizzate e di realtà virtuale
    • Percorsi di recupero delle autonomie personali
    • Percorso per il reinserimento sociale e scolastico protetto
    • Valutazione ortesi ausili
    • Gli interventi possono comprendere trattamenti di fisioterapia, fisioterapia respiratoria, logopedia, terapia occupazionale, sostegno per il reinserimento sociale e scolastico.
  • Polo Lombardia - UOC Riabilitazione Specialistica Cerebrolesioni Acquisite

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Sindrome di Angelman

È una malattia neurologica rara, di origine genetica, caratterizzata da grave ritardo mentale e dismorfismi facciali caratteristici.

  • Genetiche.
  • I bambini affetti da questa sindrome appaiono normali alla nascita, ma tra i 6 e i 12 mesi cominciano a mostrare problemi di alimentazione e ritardo nello sviluppo. Intorno ai 2-3 anni possono comparire crisi epilettiche. Il loro comportamento è caratterizzato da iperattività e scarsa soglia d’attenzione. In età adulta continuano a mostrare problemi cognitivi, difficoltà nella comunicazione e attacchi epilettici, talvolta anche una curvatura anormale della colonna vertebrale.
  • La diagnosi si basa sull'esame clinico e sull'EEG e può essere confermata dai test molecolari e citogenetici.
  • Non esiste una terapia specifica per la sindrome. È possibile intervenire per controllare eventuali attacchi epilettici.
  • Un approccio riabilitativo multidisciplinare è fondamentale per sostenere ed aiutare i bambini malati, cercando di garantire loro una buona qualità di vita, a migliorare le competenze carenti e contrastare i sintomi. In particolare: fisioterapia, logopedia, psicomotricità.
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Scoliosi

La scoliosi è una forma di dismorfismo che implica una complessa curvatura laterale e di rotazione della colonna vertebrale.

  • Si stima che, approssimativamente, il 65% dei casi di scoliosi sia idiopatica, circa il 15% siano congenite e circa il 10% siano secondarie a una patologia neuromuscolare. Attualmente la scoliosi idiopatica dell'adolescente è generalmente considerata come originata da cause multifattoriali, anche se si ritiene che vi giochino un ruolo fattori genetici.
  • La rotazione delle vertebre determina il gibbo, in genere costale. Alcuni gravi casi di scoliosi possono portare ad una diminuzione della capacità polmonare, a una pressione sul cuore e a limitare le attività fisiche. I pazienti che hanno raggiunto la maturità scheletrica hanno meno probabilità di andare incontro ad un peggioramento.
  • I pazienti affetti da scoliosi necessitano di una presa in carico multidisciplinare per monitorare e trattare gli eventuali problemi internistici. I trattamenti possono essere conservativi (fisioterapia, idrokinesiterapia, confezionamento di corsetti personalizzati) o chirurgici (intervento di artrodesi vertebrale).
  • Il trattamento riabilitativo mira al recupero della mobilità ed elasticità del rachide, torace, gibbo e cingoli con miglioramento del controllo posturale e della funzionalità respiratoria. Analogo trattamento viene effettuato durante Halo trazione e dopo la chirurgia di artrodesi vertebrale. Il trattamento conservativo prevede inoltre il confezionamento di corsetti personalizzati per correggere/limitare la deformità presente.
  • Polo Lombardia - UOC Riabilitazione Funzionale:

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    Dr.ssa Barbara Bonaiti – Fisiatra

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